ALCAMO. E’ stato arrestato ieri pomeriggio dai Carabinieri di Alcamo Diego Melodia, classe 35, conosciuto come il “consa seggie” e ritenuto da sempre uno dei capostipiti dell’omonima famiglia mafiosa alcamese, oltre che al vertice del Mandamento tra gli anni 2006 e 2008 prima del suo arresto.
I Carabinieri lo hanno tratto in arresto dopo l’indagine “Cemento Libero” che gli investigatori dell’Arma di Alcamo avevano condotto di concerto con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, proprio in quegli anni in cui il Melodia Diego aveva assunto un ruolo di vertice nella cupola mafiosa alcamese. Attività d’indagine che portò all’emissione di undici misure cautelari, oltre a 10 avvisi di garanzia e al sequestro di un impianto di produzione di calcestruzzo, la «Medi Cementi s.r.l.». Un’azienda del valore di 1 milione di euro. In quel periodo la famiglia Melodia, con atteggiamenti riconducibili a quelli utilizzati da Cosa Nostra, aveva posto in essere una serie di condotte finalizzate ad imporre sistematicamente il pizzo a imprese, commercianti e a consentire alla Medi Cementi S.r.l. (riconducibile alla famiglia Melodia) di raggiungere ben presto una posizione di assoluta egemonia nel mercato dell’intero territorio di competenza del mandamento mafioso. Le indagini dei Carabinieri hanno da sempre riconosciuto Melodia come personaggio di spicco nella gestione delle azioni illecite legate a Cosa Nostra; il suo principale ruolo era quello di individuare e selezionare le vittime delle estorsioni. Lo stesso è padre dell’altrettanto noto Ignazio, classe 67, anch’egli definitivamente condannato per partecipazione all’associazione mafiosa e, nonostante la giovane età, tratto ripetutamente in arresto, e a lungo detenuto.
Il fratello di Diego, conosciuto come “Cola”, classe 24, è padre di Antonino e Ignazio, quest’ultimo conosciuto come il “dottore”. Il primo, Antonino, fu a capo del mandamento alcamese dal ’95 e da allora in carcere in quanto colpito da condanne a pesanti pene detentive. Il secondo, invece, è stato riconosciuto anch’egli come uomo d’onore e condannato ad altrettanti pesanti pene detentive per associazione mafiosa ed estorsione, finendo per essere sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Alcamo.
Ad essere coinvolto nell’indagine “Cemento libero” troviamo anche Liborio Pirrone, detto “Popò”, che è stato coinvolto in ambigui rapporti con l’associazione mafiosa, finalizzata ad accrescere l’attività imprenditoriale nel settore del calcestruzzo. Inoltre, anche altri tre cittadini alcamesi sono stati coinvolti nelle indagini dei Carabinieri, i quali hanno permesso di far luce sul loro profilo criminale. Si tratta di Giorgio, Salvatore e Stefano Regina, ritenuti come braccio operativo della cosca mafiosa, al fine di commettere attività delittuose e contattare le vittime di estorsioni e i potenziali acquirenti di calcestruzzi. Il tutto con la finalità di obbligarli a rifornirsi presso l’azienda della famiglia Melodia. Tra il 2010 ed il 2011 sono arrivate le condanne in primo e secondo grado che vanno dagli 8 ai 20 anni di carcere, tra cui, appunto, quella inflitta a Melodia Diego, che ora a seguito della dichiarazione d’inammissibilità del ricorso con cui si è pronunciata la Corte Suprema di Cassazione, è divenuta definitiva.