ALCAMO. L’ultimo consiglio comunale, oltre alla discussione dell’ordine del giorno, è stato il giorno della commemorazione di Leonardo Renda; alcamese, consigliere comunale e vittima di mafia. Presenti al consiglio tutti i componenti della famiglia, figli (tutti ancora in vita), nipoti e pronipoti per un giorno particolarmente importante : riportare dignità alla memoria di un familiare e di un cittadino onesto. In questa occasione una delle nipoti ha scritto una lettera, che è insieme un tributo, una riflessione a voce alta, ed anche un tenero ricordo dei racconti della nonna, moglie di Leonardo Renda.
E ‘ un giorno particolarmente importante questo colmo di emozioni e di ricordi…Sono passati 65 anni dalla morte dell’alcamese Leonardo Renda, morte che scosse tutta la comunità dell’epoca, ma il cui ricordo è vivo nei cuori dei familiari e di chi l’ha conosciuto. In coincidenza del 65esimo anniversario della sua morte, è stata discussa in consiglio comunale una mozione di indirizzo tesa alla commemorazione e al conferimento di una onorificenza alla memoria. Il Presidente del Consiglio e i consiglieri hanno partecipato attivamente e hanno approvato all’unanimità la mozione con l’invito di sottoporre all’attenzione del Presidente della Repubblica la richiesta di onorarlo con una medaglia alla “Memoria al Valor Civile”. Toccanti sono state le parole adoperate dai consiglieri comunali che hanno preso la parola: Leonardo Renda si era distinto per la sua umiltà e modestia, immensa generosità, spiccata capacità intuitiva e organizzativa, intuito politico spontaneo, chiaro e acuto. Era un agricoltore alcamese, consigliere e assessore comunale ben voluto da tutti. Il suo entusiasmo e il suo spirito di iniziativa lo portarono ben presto a diventare non solo un esponente del partito popolare prima, e successivamente Segretario della Democrazia Cristiana nel dopoguerra. Presto divenne un leader rispettato e seguito, apprezzato e ammirato anche dagli avversari politici. La sua scomparsa ha scosso la cittadinanza alcamese. Leonardo Renda è stato la prima vittima” eccellente” del banditismo mafioso. La città ha perso un cittadino onesto e virtuoso, i figli un padre buono e affettuoso, la guida della loro vita. Oggi più che mai mi vengono in mente una serie di ricordi, di quando la nonna si fermava e raccontava di lui, con occhi lucidi e pieni di dolore, anche se erano passati molti anni: “Mio marito era la perla degli uomini!” Se prima, essendo bambina, non badavo al sostantivo che utilizzava per descriverlo (la perla, appunto), adesso invece mi soffermo e rifletto… Così come la perla, è il simbolo della purezza, è un gioiello prezioso ed elegante, che illumina il volto di ogni donna che lo porta con sé, così Nardo Renda è stato un puro di cuore, che ha illuminato, sebbene per poco, il cammino di quanti lo hanno conosciuto e voluto bene. La nipote Francesca Genovese