1. La città di Alcamo si è attestata da sempre come un luogo con grandi potenzialità, sia dal punto di vista culturale e quindi anche turistico. Nonostante le peculiari caratteristiche del territorio alcamese, non c’è stata ancora un’Amministrazione che è stata in grado di creare una programmazione territoriale seria che possa permettere ai giovani di conoscere e studiare il proprio territorio con programmi che possano formare i ragazzi su temi importanti come la storia del proprio territorio. Che tipo di azioni può intraprendere l’Amministrazione in questo senso?
La Città di Alcamo è ricca di risorse sia culturali che naturalistiche e paesaggistiche. Il nostro territorio è in una posizione geografica privilegiata ed è memore di ricchezze storiche e culturali non indifferenti che, spesso, non riusciamo a valorizzare per ciò che meritano. L’idea che stiamo già portando avanti, come Amministrazione, è quella di “fare adottare la Città”, ovvero avvicinare il cittadino al suo territorio, coinvolgendolo in una responsabilità diretta del patrimonio naturalistico e culturale, perché solo dalla condivisione passa l’idea di cura e rispetto per la propria terra. I giovani, più di tutti, devono essere coinvolti con iniziative e spunti all’interno di un circuito culturale che si sta realizzando con la costituzione di gruppi culturali, ciascuno per la sezione di appartenenza (Archeologia, architettura, ambiente, musica e danza, politiche giovanili, teatro, tradizioni popolari, ecc.). Con attività specifiche stiamo provvedendo ad una programmazione che sta già iniziando a coinvolgere in modo sinergico le scuole e le associazioni.
2. I giovani alcamesi sono una risorsa e si contraddistinguono spesso per il loro pieno attivismo in questioni di tipo culturale e politico. Anni fa Alcamo era stata definita come la “piccola Amsterdam” a causa dell’uso di droghe leggere che si riscontrava sul territorio. Oggi purtroppo si assiste di nuovo all’aumento di consumo di sostanze stupefacenti, il cui uso coinvolge anche ragazzi a partire dai 13 anni. Il problema sembrerebbe derivare da una mancanza di sani punti e momenti di aggregazione. Di certo le attività culturali, volte più all’esibizione che al coinvolgimento, non possono fornire una reale alternativa. Quali potrebbero essere le soluzioni a questo sgretolamento di punti di riferimento?
I ragazzi sono una grande risorsa e, malgrado l’aumento di determinati fenomeni sociali negativi, apprezzo ogni giorno l’impegno e la positività di tanti giovani che si avvicinano all’Amministrazione. Occupandomi anche di Politiche giovanili, sto iniziando con loro un percorso di aggregazione, incentivando la possibilità di promuovere, per quanto possibile, le iniziative che emergono dalle loro esigenze. Abbiamo già voluto dare un input che ha come base la cultura dell’educazione, perché solo con esempi positivi e con la possibilità di fornire spazi, attività e adeguate opportunità i ragazzi possono crescere secondo principi positivi, ma non dobbiamo dimenticare il ruolo della famiglia, che come prima agenzia educativa ha il dovere di proporsi come luogo di educazione e promulgazione di valori sani. Il compito dell’Amministrazione è anche quello di sviluppare i “talenti” dei ragazzi e stiamo dando la possibilità non solo di organizzare attività culturali come momenti di fruizione, ma principalmente attività che rendano i ragazzi protagonisti mettendo in campo i loro stessi talenti artistici ed intellettuali. Abbiamo iniziato con attività musicali e teatrali che hanno visto l’esibizione degli stessi ragazzi e proseguiremo con altre attività di sviluppo e promozione che li coinvolgano, anche all’interno di luoghi fisici come quelli della Cittadella dei giovani, in fase di realizzazione che darà la possibilità di avere spazi e opportunità per l’aggregazione positiva.
3. Il tema delle pari opportunità, in tempi di immigrazione, necessita di un’attenzione maggiore. Nelle classi delle scuole alcamesi cresce ogni anno il numero dei bambini extracomunitari, che si trovano spesso in condizioni di completa emarginazione. Il principale strumento che favorisce l’integrazione e, conseguentemente, anche la conoscenza dell’altro è la lingua. Come possiamo fare in modo che atteggiamenti xenofobi possano essere completamente estirpati da ambienti come quelli della scuola incoraggiando anche la conoscenza della lingua e delle culture differenti dalla nostra?
In una società in rapida e continua evoluzione come la nostra e nello specifico ad Alcamo, terra in cui convivono varie realtà culturali e religiose diventa doveroso affrontare le emergenze che nascono, valutando la possibilità di iniziative che passino dalla multiculturalità all’interculturalità cercando di mettere a confronto tutte le culture, le abitudini, le tradizioni, gli usi di persone diverse che non sono “culture altre”, ma aspetti variegati di Alcamo, un’unica terra che accoglie i suoi abitanti senza distinzione di religione, cultura o stato sociale, pur nelle emergenze quotidiane che, purtroppo, si verificano. Arrivare a considerare l’intercultura come una risorsa e non come una diversità da cui discostarsi è un obiettivo che porteremo avanti con interventi sia all’interno che all’esterno delle scuole e di cui il Sindaco Sebastiano Bonventre, senza pubblicità si è già fatto promotore mettendo a disposizione, sia dal punto di vista istituzionale che umano, risorse e opportunità per mamme e bambini provenienti da altre terre.
4. Oltre a essere una pedagogista lei è anche un’insegnante. La scuola italiana riscontra al suo interno un corpo docenti che molto spesso si rifà a modelli di insegnamento obsoleti oppure necessita di un’attività di aggiornamento costante. Molti pedagogisti pongono l’accento sull’importanza di un costante aggiornamento sia sulle tematiche culturali che comunicative del personale docente. Come si pone lei di fronte questo argomento e cosa può fare l’amministrazione autonomamente in tal senso?
Ringrazio la mia intervistatrice dell’opportunità di dare il mio contributo e di comunicare la mia visione in relazione al mandato istituzionale affidatomi e penso che il mio percorso professionale sia un’utile risorsa in relazione alle deleghe che porto avanti, infatti solo vivendo nella propria professione limiti e risorse si può ipotizzare un progetto che riduca le difficoltà potenziando le opportunità. Nello specifico come insegnante e pedagogista sono consapevole delle necessità della scuola italiana e porto avanti l’idea della formazione e dell’aggiornamento come educazione permanente lungo l’intero arco professionale e della vita in genere. Ad Alcamo e tra gli insegnanti l’idea dell’autoaggiornamento inizia ad affermarsi, rispetto anche a qualche anno fa, e trovo i docenti, di cui molti sono stati miei colleghi, favorevoli alla formazione e all’aggiornamento su tematiche rilevanti per la didattica, la comunicazione e le necessità di una scuola che cambia per venire incontro alle esigenze della società e degli alunni. Il vincolo per l’Amministrazione è relativo alle risorse economiche sempre più esigue, ma a questo stiamo ovviando ingegnandoci con risorse interne. Abbiamo già iniziato con percorsi che hanno coinvolto alunni e docenti in momenti di condivisione culturale, didattica e istituzionale, come attività di educazione all’ambiente, di educazione artistica, musicale, incentivi alla lettura e al “baratto del libro”, di educazione alla cittadinanza attiva, l’organizzazione di “Una giornata in Comune” (che sta avendo grande successo tra alunni e docenti) per conoscere meglio le istituzioni e simulare un Consiglio Comunale, di educazione alla legalità incentivando gli studenti verso laboratori teatrali e di adesione ad iniziative nazionali (come Scacco matto alla mafia, ecc.) insieme ad altri progetti che vengono rinnovati dagli anni precedenti (la Scuola al Teatro Massimo, laboratori di lettura per i più piccoli presso la Biblioteca multimediale, ecc.). Il percorso iniziato circa tre mesi fa, verrà continuato anche per il prossimo anno scolastico con una programmazione di queste ed altre attività che verranno rese note agli istituti alcamesi entro fine giugno, in tempo per accoglierle all’interno del Piano dell’Offerta Formativa in raccordo tra scuola ed extrascuola e in sinergia con i riferimenti nazionali sulla “continuità orizzontale”.