In queste ore la sezione di polizia giudiziaria della forestale sta eseguendo un ordine d’arresto nei confronti del direttore della Caritas Diocesana di Trapani, Don Sergio Librizzi. L’accusa nei confronti del parroco va dalla violenza sessuale all’appropriazione di ingenti somme indebitamente. Gli uomini della forestale, nel corso della mattinata, stanno perquisendo i locali della canonica attigua alla chiesa di San Pietro a Trapani.
Violenza sessuale, concussione e appropriazione indebita. Queste le accuse per il direttore della Caritas Diocesana di Trapani, Don Sergio Librizzi, arrestato questa mattina su mandato della Procura di Trapani, dagli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Forestale.
Il parroco è stato arrestato proprio nella canonica della chiesa di San Pietro, nel centro storico di Trapani. Oltre alla pequisizione della canonica e dell’alloggio in uso al sacerdote, sono in corso altre perquisizioni in altri uffici diocesani e nella sede di una cooperativa. Inoltre, sono state nascoste negli uffici di un albergo gestito dalla diocesi, fascicoli di dieci cooperative. Le nuove accuse, dopo quest’ultima perquisizioni, sono quelle di truffa sulla gestione di fondi per gli immigrati e assistenza disabili.
Durante la perquisizione è stata scoperta una grossa somma di denaro, attorno ai 10 mila euro all’interno del contenitore di solito usato per le offerte della chiesa. Il denaro però non era registrato nella contabilità dell’ente. Alle verifiche disposte dalla Procura di Trapani hanno anche partecipato i consulenti informatici della Digital Italia Forensic.
La loro presenza è stata resa necessaria per l’acquisizione di un paio di computer trovati nel possesso del sacerdote. Poche le parole dette da Librizzi dinanzi agli agenti che gli notificavano l’ordinanza di custodia cautelare in carcere: “la mia vita è finita”.
La vicenda, da una prima analisi, sembra collegarsi a quella più importante che da tempo la Procura di Trapani conduce sulla gestione della Diocesi di Trapani e che ha visto finire sotto indagine l’ex direttore della Curia, don Ninni Treppiedi e la rimozione da parte del vaticano dell’ex vescovo Francesco Miccichè. Treppiedi nel frattempo ha deciso di rendere dichiarazioni, affermazioni messe a verbale dirompenti tanto da essere finite dentro i fascicoli di un’altra indagine quella relativa al senatore Tonino D’Alì, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo contro il parlamentare si è concluso lo scorso settembre, il giudice ha pronunciato una sentenza di prescrizione e assoluzione, mentre la procura aveva chiesto una pesante condanna per i suoi rapporti con l’associazione mafiosa. Le motivazioni della sentenza che però ad oggi, ad oltre 200 giorni dalla lettura , non sono state rese note.
Nell’arresto di oggi non ci sono collegamenti con l’indagine su D’Alì, ma rientra in quell’alveo investigativo dove poco alla volta sta venendo alla luce un sistema di potere che tra chiesa, politica e anche criminalità organizzata, ha condizionato parte della vita cittadina. Alle 13 il procuratore della Repubblica Marcello Viola ha preannunciato una conferenza stampa