Sabrina Rocca che fu candidata sindaco a Trapani alle ultime amministrative continua ad essere al centro del dibattito. Ora tocca a Peppe Bologna, ex editore di Tele Scirocco
C’ è un antico detto: parlatane, parlatane anche male ma l’importante è che se ne parli. E sembra proprio fatto apposta per la prof. Sabrina Rocca, ex candidato sindaco alle ultime amministrative a Trapani. Anche se non sappiamo se lei gradisce questo motto appiccicato su di lei. Nel 2012 ci fu a Trapani una campagna elettorale alquanto animata soprattutto per il Pd che dividendosi ha perduto una occasione per arrivare al governo della città. E viene da dire che “non è una novità”! Il Pd ha scelto allora, e forse ancora oggi, e non solo a Trapani, il ruolo di stampella, e anche se qualcuno insiste nel dire che il modello è quello Renzi, francamente ciò che emerge sempre è la politica degli inciuci, da Trapani a Castelvetrano, passando in ultimo anche per Marsala. Il Pd targato Renzi qui dobbiamo dire che non lo vediamo affatto. Al Pd continua a mancare una posizione politica chiara e netta, le azioni del Pd restano segnate da posizioni personalistiche. Ma questo è un altro discorso. Oggi ci occupiamo di Peppe Bologna, ex editore di Tele Scirocco che di “inciuci” (nel senso buono della parola) se ne intende, navigato com’è. Il suo ufficio di Tele Scirocco , è cosa nota, era la meta di tanti politici, e non solo locali, anzi, suoi interlocutori erano anche politici di rango, sempre pronti ad ascoltarlo. Nel suo studio, si racconta che il comunista, allora, Nino Marino, strinse la mano e fece l’accordo con il democristiano Giuseppe Morfino (alter ego del democristiano Ciccio Canino). Così per ricordare un fatto accaduto. Chissà se Bologna darà anche a noi del Pinocchio. Intanto per lui “Pinocchio” è Sabrina Rocca, per via di una intervista da noi pubblicata qualche tempo addietro. Lui dice di averla letta solo oggi. Vorremmo crederci. Perché le sue parole di oggi sembrano perfettamente calarsi nel momento politico, con Damiano, il sindaco, assediato e che dice di non volerne sapere nulla dei politicanti di Palazzo D’Alì e Palazzo Cavarretta e naviga per cercare qualcosa di nuovo. Ma in lui ancora c’è puzza di vecchio. La sfiducia che sembra andare in archivio gli dà tempo per rimediare…se vuole. Damiano assediato resiste e anzi incontrandolo sembra essere abbronzato ancora più di ieri. Insomma serenamente non disdice di frequentare la spiaggia, mentre c’è chi cerca di tramare alle sue spalle. Peppe Bologna si dice che sia uno di quelli più ascoltato dal sindaco, pare che Bologna vorrebbe che Damiano diventi una sorta di Renzi trapanese. E svela, Bologna, che Damiano poteva essere il candidato del Pd. Torniamo alle cose “scritte” da Bologna contro la prof. Rocca. “Leggo quello che ha detto e penso che Pinocchio,nel leggerla si arrabbierebbe nel constatare che c’è chi dice più bugie di lui”.
“I FATTI, veri: Sono stato affianco della Rocca in quella campagna elettorale. Ero certo che sarebbe andata al ballottaggio quando mi fu assicurato che il PD , intero, l’avrebbe sostenuta. Invece no, al punto di vietare l’arrivo a Trapani di esponenti pd graditi a Sabrina (Bersani o Bindi non erano tra questi). Il dato elettorale di Rocca è di Rocca”. E fin qui nulla da dire. Si è sempre detto che i voti presi dalla prof. Rocca erano suoi e di quella pattuglia che la sosteneva. E Bologna che ha fatto? “L’ho sostenuta, con alcuni miei amici, molto ed in diversi modi. Alcuni momenti. Con la Rocca abbiam Incontrato e concluso accordi elettorali con Marilena, Peppe, Annalisa Enzo,,Mimmo, Luigi ed diversi altri ancora, perchè votassero Rocca come sindaco, pur essendo alcuni di costoro impegnati o candidati in altri schieramenti; Solo tre giorni prima del ballottaggio , durante una conversazione tra me, l’avv.Bosco e Tonino D’Alì (ecco il ruolo di regista che salta fuori ndr) fu lanciata la proposta che al ballottaggio chi ne restava fuori (Damiano o Rocca) avrebbe avuto riconosciuto il ruolo di vicesindaco. Io condivisi la ipotesi ma prima di impegnarmi ne parlai con la candidata ,la quale mi diede la sua condivisione non solo telefonica Si decise anche di ridurre ai punti essenziali i rispettivi programmi elettorali per redigerne uno solo finale compatibile. Al dimagrimento furono delegati Maria Pia Erice per Rocca e Bosco per Damiano, che condivise il percorso”. Il ballottaggio diede un altro esito. Damiano contro Maurici, scenario che confermava ciò che si sapeva e che quella campagna elettorale sarebbe stata un regolamento di conti dentro al centrodestra, essendo i due candidati espressione di quella coalizione che si era divisa, Damiano, D’Alì e…Fazio, da una parte, Maurici, Miccichè e…Peppe Bianco dall’altra parte. Per Bologna fu un “ballottaggio per compravendita,cosa che c’era sin dal primo turno di alcuni ”maggiorenti del PD, Ando’ Damiano e non Rocca. Al ballottaggio , pur non assumendo alcuna posizione ufficiale, si scelse la via del meno peggio :Damiano (rispetto a Maurici ndr). Anche perchè sin da subito Damiano confessò che se la proposta di candidarsi fosse arrivata dal Pd avrebbe accettato ugualmente. Viene eletto Damiano. e subito il sindaco ha onorato l’impegno chiamando Rocca per affidarle il ruolo di vicesindaco. Tanto anche fisicamente al bar Colonna di Trapani . Cosa che giustamente e garbatamente si decise di non accettare. ma solo per motivi di opportunità”. Il giallo della cena. Argomento che per mesi ha tenuto vivo il gossip di Facebook. La prof. Rocca ha sempre negato. Bologna precisa: “Non c’è stata mai alcuna cena a casa di Tonino D’Alì. Per correttezza storica , si era deciso di andare a cena io, Gino Bosco Sabrina Rocca e Tonino D’Alì ed il luogo ,scelto da Sabrina, era il bistrot I Grilli( in corso Vittorio a Trapani) con una motivazione corretta: non abbiam nulla da nascondere, quindi davanti tutta la città”. E quindi? Le bugie della prof. Rocca? Bologna non nega infatti le parole dette nell’intervista da Sabrina Rocca e cioè che lui insisteva per fare un accordo tra due parti avverse. Tanto che la Rocca da noi intervistata dichiarò: ““Già alla vigilia del primo turno Bologna mi chiedeva di preparare una stesura del nostro programma utile per essere condiviso con il candidato Damiano. Richiesta che si fece più pressante in vista del ballottagio. Lo scopo, a detta di Bologna, era quello ovviamente di un mio appoggio palese al candidato Pdl. Storia vecchia , quindi, e cara a Bologna questa di promuovere un accordo Pd -Pdl spacciandolo per “intesa programmatica”. Ovviamente si rispose di no, sia per una indisponibilità mia a qualsiasi inciucio sia sulla base delle indicazioni che avevamo dal nazionale del Pd e di Sel”….Ma quale cena. Al solito si vedono le cose che non ci sono e si trascurano le cose vere. L’incontro con Damiano, comunque, lo feci e non a cena e senza tante altre presenze e soprattutto senza misteri, dopo avere sentito i segretari dei due partiti che mi sostenevano e, appunto, i vertici regionali e nazionali…“Devo dire che il generale mi disse, e senza mezzi termini, di non essere affatto interessato ad ottenere l’appoggio dei due partiti quanto, piuttosto, un mio personale impegno. E ovviamente la cosa mi stupì alquanto. Innanzitutto perchè non ho mai considerato il mio impegno come scindibile da un progetto politico”.
Insomma, ci permetta di dire Peppe Bologna, noi queste bugie non le vediamo, ma prendiamo atto che per Peppe Bologna ci sono. Lui così conclude: “ Mi ha dato fastidio leggere l’intervista , intrisa di spocchia e verginità politica, lontana dalla verità e in contrasto con quanto fatto, non da solo, in quella competizione elettorale”. Vorremmo chiedere a Peppe Bologna se davvero è il più importante consigliere di Damiano. Prendiamo come risposta la parte finale del suo scritto: “ Non son un manovratore (servirebbe chi si fa manovrare) ma guardavo e guardo oltre. Il Governo Renzi ne è la testimonianza”.
Damiano sarà il Renzi trapanese? Attendiamo risposta. Noi preferiamo vederlo ancora come il generale Custer. Scoppiata la guerra civile dentro il centrodestra, Maurici contro D’Alì, come Custer contro gli indiani, Damiano è sceso in campo…oggi deve però evitare il tracollo del quale la storia parla a proposito di Custer che pare si giocò tutto scrivendo male della società ferroviaria dei suoi detrattori e avversari. Damiano ha scritto male (e come Custer non avendo torto) della politica di oggi. Per questa ragione è stato assaltato m l’assalto contro di lui non lo ha visto sconfitto. Per vincere però gli manca la mossa decisiva, Creare il governo dei cittadini. Ma su questo la prof. Rocca sembra essere più avanti. Ma indubbiamente lei non è il sindaco. Per adesso. Ringraziamo comunque Peppe Bologna per l’attenzione dedicataci.