Solina risponde a Bonventre sulla questione posta da Giarruso

SolinaALCAMO. Nel 2012, durante i preparativi della campagna elettorale per le amministrative, tutto questo ha avuto inizio e probabilmente ci vorrà ancora del tempo prima che questo capitolo della storia alcamese venga chiuso con notizie certe dalla magistratura.

Nei giorni scorsi si sono riaccesi i riflettori su Alcamo anche a livello nazionale. Il senatore Giarruso ha prima scritto nel suo profilo che Alcamo era terra di mafia, città di Matteo Messina Denaro, salvo poi rettificare. La sua era una premessa ad un documento presentato contro il voto di scambio.

Le dichiarazioni di Giarruso hanno spinto Bonventre a prendere la parola sull’accaduto, poichè interpellato in prima persona come intestatario di un posto che avrebbe usurpato avendo goduto del voto di scambio. Si sono succedute le dichiarazioni di tutte le parti politiche e puntuale arriva la dichiarazione dell’ormai eterno rivale, il candidato a sindaco che per 39 voti ha visto svanire la sua possibilità.

Le parole tornano ad essere dure ed aspre tra i due. Ognuno cita ciò che sa, o presume, dell’altro in un gioco al rilancio continuo.

Queste le parole di Niclo Solina affidate ai social network per diffondere il suo pensiero:

 

Recentemente Bonventre ha rivolto un attacco infamante alla mia persona e, considerato che ormai è un esperto di querele e processi, avrà la sede in cui spiegare dove e cosa ha letto e pagare le conseguenze delle sue affermazioni.
Non gli permetto di offendermi impunemente, ma non voglio neppure cadere nella trappola di creare un clima di confusione, nel quale la verità viene coperta dai fumi della rabbia e delle invettive. Piuttosto voglio tornare al tema principale, che le dichiarazioni di Bonventre hanno annebbiato.
L’interrogazione parlamentare dei quaranta senatori del M5S non parla di mafia. Lamenta essenzialmente la lentezza con cui si sta procedendo al riconteggio.
Perché Bonventre reagisce così furiosamente? Qual è il vero motivo della sua rabbia?
All’indomani dell’interrogazione parlamentare il Prefetto di Trapani ha fissato le operazioni di riconteggio per giorno 25 agosto.
Bonventre sperava di guadagnare ancora tempo? L’allarme lanciato dalla interrogazione parlamentare ha fatto fallire i suoi piani?
Per due lunghissimi anni Bonventre ha detto che solo la mia “fantasia” aveva visto che i suoi voti erano controllati. Per due lunghissimi anni si è opposto alla richiesta di riconteggio. Ha detto che lo stressavo con le mie “invenzioni” e che voleva risarciti i danni.
Oggi è dimostrato che la mia non era ostinazione folle, ma solo una implorante richiesta di giustizia. La sua tattica, invece, gli ha fatto guadagnare tanto tempo.
Sorprende la reazione di alcuni alle dichiarazioni (non all’interrogazione) del Senatore Giarrusso. Mi chiedo: cosa hanno fatto queste stesse persone quando nei quotidiani nazionali si è ripetutamente parlato di Alcamo come la città del voto di scambio, dei voti comprati a 50 euro, la città del voto in cambio del lavoro, dei coppi di pasta in cambio dei voti? Si sono voltate dall’altro lato, hanno fatto finta di non sentire. Avevano altro da fare.
Altre persone, invece, si sono subito schierate contro la vergogna arrecata alla città. Hanno sfidato i potenti. Si sono costituite parte civile. Senza paura. Senza inibizione. Senza false predicazioni. Con un gesto simbolico, ma profondamente importante. A dimostrazione che la nostra città è fatta di gente sana che intende autenticamente contrastare i comportamenti di quanti l’hanno davvero umiliata e mortificata.
E tanti di questi ultimi la sera del 21 maggio 2012 avevano gli occhi inumiditi dalle lacrime amare dello scippo subito.

 

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteSagra della Paranza. Musica e gastronomia
Articolo successivoDa Emma Dante a Marcello Fois un ricchissimo programma per l’Arabafenice
Simona De Simone, psicologa e psicoterapeuta. Divoratrice instancabile di libri e del buon cibo. Appassionata di scrittura e mamma di Alqamah sin dal principio.