PALERMO. «Sono annichilito dalle dichiarazioni del sindaco Damiano sulla vicenda dell’aeroporto. Sebbene possano essere ritenute condivisibili le sue considerazioni generali è altrettanto vero che giungono tardive ed inopportune e che esse andavano fatte prima che maturasse l’intesa tra tutti i sindaci». Lo afferma il deputato regionale, Girolamo Fazio, in replica alle dichiarazioni del sindaco di Trapani, Vito Damiano, che sembrano preludere un disimpegno del Comune di Trapani dall’accordo di co-marketing territoriale per promuovere le rotte da e per Trapani operate dalla compagnia Ryanair.
«Vero è che deve essere chiamata al suo ruolo di socio di maggioranza la Regione Siciliana ma è altrettanto chiaro che il sindaco di Trapani, insieme agli altri sindaci, ha preso un impegno preciso che, ritengo, debba essere rispettato – afferma il deputato Girolamo Fazio – nell’interesse generale del territorio e del comparto turistico. Se il Comune di Trapani non ottemperasse l’impegno preso ne deriverebbe un danno per il territorio (ulteriori tagli di rotte) ed un pessimo esempio per tutti gli altri sindaci. Minerebbe alla base anche le funzioni di coordinamento che dovrebbero darsi i comuni maggiori anche in assenza della Provincia Regionale. Chi vorrebbe entrare in un consorzio di comuni che non rispettano i patti l’uno nei confronti degli altri?».
«E poi con quale autorevolezza il Comune, se non rispettasse gli impegni, potrebbe richiamare al loro ruolo tanto i soci Airgest quanto gli operatori del comparto turistico. Trovo che le affermazioni di Damiano riportate dalla stampa – conclude Fazio – siano estremamente pericolose e deleterie e mostrano, ancora una volta, l’incapacità di
prendere decisioni sia di ordine amministrativo sia di ordine politico. Se come lo stesso Damiano afferma “il trasporto aereo è di rilevanza strategica per l’ intera regione e che va gestito in forma unitaria” sia conseguente. Cominci a rispettare gli impegni e poi lo faccia pesare in tutte le sedi e non critichi, come fa sovente, l’operato degli altri senza prima aver fatto il proprio dovere».