CASTELVETRANO. Sono stati proprio il ministro Angelino Alfano e il prefetto Umberto Postiglione, capo dell’agenzia nazionale dei beni confiscati, ad ufficializzare il ritorno in attività del Centro commerciale “Belicittà”, protagonista della vicenda del gruppo commerciale 6 GdO, che ha provocato un’ingente confisca all’imprenditore Gricoli, considerato braccio destro del boss latitante Matteo Mesina Denaro. A sollevare l’argomento di grande importanza e rilevanza per il territorio è il Senatore pentastellare trapanese, Vincenzo Santangelo, il quale utilizza parole molto dure nei confronti dell’evoluzione della vicenda trapanese: “Affermare che lo Stato ha vinto, non direi proprio, specie se poi dal dicembre 2007 è stato nominato amministratore giudiziario dell’azienda il dottor Nicola Ribolla cui sono state contestate “gravissime inadempienze” a seguito della sua attività amministrativa aziendale: “debiti occultati”, mancata definizione dei bilanci societari, modifiche gestionali, procedure per concedere in affitto i rami gestionali delle aziende, avvio di trattative per affidare ad altre società la stessa società confiscata, inadempimenti degli obblighi informativi nei confronti del tribunale competente”.
Il pensiero del pentastellare va certamente anche all’imprenditrice Elena Ferraro che due anni fa denunciò Mari Matteo Messina Denaro, cugino del Denaro più conosciuto, che ancora oggi continua a ricevere minacce e messaggi intimidatori. A questo proposito Santangelo parla di un’atteggiamento delle istituzioni poco attento alle problematiche di questo genere. Nel caso Ferraro, ad esempio, ciò che viene messo in evidenza è la poca presenza di segnali forti da parte del Comune di Castelvetrano che certamente avrebbe potuto costituirsi arte civile nel processo. Elena Ferraro ha rifiutato l’invito del Ministro Alfano e non ha preso parte alla manifestazione: “Lei, ha declinato l’invito di Angelino Alfano, afferma Santangelo- non partecipando alla manifestazione, condivido la sua scelta. Se il Ministro avesse realmente voluto incontrarla per farle sentire la vicinanza e la solidarietà dello Stato, avrebbe potuto farlo in privato. Evidentemente aveva bisogno di una testimonial per il suo evento, ma è cascato male. La risposta è stata un No categorico! Chiediamoci, perché la Ferraro avrebbe dovuto recarsi là, dove il Comune ancora non convoca una seduta straordinaria del Consiglio comunale, per parlare di lotta alla mafia? Stima, ammirazione, solidarietà e vicinanza per questa straordinaria donna!”.