Trattativa Stato-mafia, Angelo Siino: “C’era un progetto per uccidere Borsellino già nel 1987”

Pentito-Angelo-Siino-PALERMO. Si è svolta ieri presso l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo l’udienza del processo trattativa Stato-mafia. Sentito ancora il collaboratore di giustizia Angelo Siino che in video conferenza risponde alle domande dell’avvocato Basilio Milio. In aula il procuratore aggiunto Vittorio Teresi e il sostituto Roberto Tartaglia. Presenti anche alcuni volontari di “Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie” in compagnia di un gruppo di ragazzi della scuola Marco Polo di Palermo.

Angelo Siino soprannominato il “ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra” per la sua abilità nel gestire gli appalti per conto di Cosa nostra, parla del progetto di morte rivolto a Falcone e Borsellino già nel 1987. “Già nel 1987 cosa nostra progettava, oltre all’omicidio di Giovanni Falcone, anche quello di Paolo Borsellino a Marina Longa. Me lo disse Balduccio Di Maggio”.

“Accompagnai Balduccio Di Maggio col motoscafo proprio  nei pressi di Marina Longa. – sottolinea Siino rispondendo al controesame dell’avvocato Milio – Chiesi la ragione, sapendo che nei pressi villeggiava il dottore Borsellino, lui mi disse che c’era questa ipotesi. Dissi che era una follia ma Di Maggio rispose che si doveva fare. In seguito a queste notizie apprese da Balduccio Di Maggio io  me ne sono scappato in Tunisia”.

“Chiesi a Mori di farmi togliere il 41bis e di mandarmi ai domiciliari, per questo motivo parlavo con i carabinieri del Ros. Quando parlavo con loro lo facevo per motivi validi.”

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.